mercoledì, aprile 30, 2008

 

LA MIA VITA PER L’INCONSCIO di ALDO CAROTENUTO


A cura di KATIA CARLINI

Non sono mai riuscita a spiegarmi come Carotenuto abbia continuato a motivarsi per la sua professione nel corso della sua vita. Di certo, leggendo “La mia vita per l’inconscio” potrei azzardare a formulare delle ipotesi. Nell’opera l’autore si racconta e, al grido “l’analista è nudo”, ha mosso polemiche ed esclamazioni sorprese nelle voci di chi si è sempre attenuto alle regole, per timore della scoperta e della verità. Non si tratta di arroganza o di desiderio di trasgredire a ogni costo, quanto piuttosto di una genuina voglia di autenticità e di relazione. Non si tratta neanche di narcisismo o di esibizionismo, anche se più volte l’autore cita il mito del giovane innamorato della sua immagine, quanto piuttosto del desiderio di condividere emozioni e segreti. Carotenuto si trasforma, infatti, in un abile prestigiatore in grado di sorprendere persino se stesso. È questo il trucco. È la necessità di creare continuamente, perché creare significa capirsi meglio e condividere quella conoscenza con chiunque voglia parteciparvi. È, allora, creazione sia il processo terapeutico sia lo scrivere di sé, poiché entrambi conducono a qualcosa di diverso, di non ancora conosciuto ma che per qualche strana ragione ci appartiene. Creare, infatti, non significa astrarre in modo freddo e intellettuale, ma neanche delirare, quanto piuttosto ritornare a sé in un modo vertiginoso e inebriante dopo aver accolto l’altro e il mondo. La realtà, qualunque essa sia, diventa vivente e animata in colui che, come Carotenuto, riesce ancora e sempre a lasciarsene sedurre senza il timore del dolore e della sofferenza. Certo è che vivere la vita e il lavoro come una specie di viaggio verso l’ignoto è cosa ben diversa dal respirare per un paio di settimane l’aria esotica di qualche bella isola. Significa, di fatto, vivere non solo la meta come il viaggio, ma anche il viaggio come meta, per di più documentato dal proprio diario di bordo piuttosto che da qualche bella e colorata guida turistica.

La mia vita per l’inconscio, Di Renzo Editore




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