mercoledì, aprile 30, 2008

 

LA MIA VITA PER L’INCONSCIO di ALDO CAROTENUTO


A cura di KATIA CARLINI

Non sono mai riuscita a spiegarmi come Carotenuto abbia continuato a motivarsi per la sua professione nel corso della sua vita. Di certo, leggendo “La mia vita per l’inconscio” potrei azzardare a formulare delle ipotesi. Nell’opera l’autore si racconta e, al grido “l’analista è nudo”, ha mosso polemiche ed esclamazioni sorprese nelle voci di chi si è sempre attenuto alle regole, per timore della scoperta e della verità. Non si tratta di arroganza o di desiderio di trasgredire a ogni costo, quanto piuttosto di una genuina voglia di autenticità e di relazione. Non si tratta neanche di narcisismo o di esibizionismo, anche se più volte l’autore cita il mito del giovane innamorato della sua immagine, quanto piuttosto del desiderio di condividere emozioni e segreti. Carotenuto si trasforma, infatti, in un abile prestigiatore in grado di sorprendere persino se stesso. È questo il trucco. È la necessità di creare continuamente, perché creare significa capirsi meglio e condividere quella conoscenza con chiunque voglia parteciparvi. È, allora, creazione sia il processo terapeutico sia lo scrivere di sé, poiché entrambi conducono a qualcosa di diverso, di non ancora conosciuto ma che per qualche strana ragione ci appartiene. Creare, infatti, non significa astrarre in modo freddo e intellettuale, ma neanche delirare, quanto piuttosto ritornare a sé in un modo vertiginoso e inebriante dopo aver accolto l’altro e il mondo. La realtà, qualunque essa sia, diventa vivente e animata in colui che, come Carotenuto, riesce ancora e sempre a lasciarsene sedurre senza il timore del dolore e della sofferenza. Certo è che vivere la vita e il lavoro come una specie di viaggio verso l’ignoto è cosa ben diversa dal respirare per un paio di settimane l’aria esotica di qualche bella isola. Significa, di fatto, vivere non solo la meta come il viaggio, ma anche il viaggio come meta, per di più documentato dal proprio diario di bordo piuttosto che da qualche bella e colorata guida turistica.

La mia vita per l’inconscio, Di Renzo Editore




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lunedì, novembre 26, 2007

 

Gordon J. DiRenzo e la persona sociale



Gordon J. DiRenzo

La persona sociale. La natura socio-psicologica e lo sviluppo dell'essere umano

Gli esseri umani sono esseri sociali, ovvero per la loro sopravvivenza dipendono da, e necessitano di, interazioni con altri esseri umani. Le qualità umane, inoltre, non potrebbero svilupparsi o maturare al di fuori di un contesto sociale.

Il comportamento sociale dell’uomo, però, non è l’espressione automatica e inevitabile del suo organismo biologico. Le dinamiche umane dipendono dall’apprendimento sociale e si manifestano solo laddove viene trasmessa, o acquisita, una conoscenza socio-culturale. In questo volume (La persona sociale, Di Renzo Editore), Gordon J. DiRenzo analizza la natura, in particolare quella sociale, dell’essere umano e i processi di umanizzazione, ovvero quelle procedure e quelle dinamiche attraverso le quali gli organismi umani si trasformano in esseri umani.

Gordon J. DiRenzo è Professore di Sociologia e Psicologia Sociale all’Università del Delaware. È autore di numerose pubblicazioni nel campo del comportamento sociale umano e ha condotto ricerche anche in Italia durante i suoi incarichi presso le Università di Roma e Bologna. Con Di Renzo Editore ha già pubblicato Individuo e società (2003) e Conoscenza e spiegazione (2004).

Recensioni e articoli

Se vuoi acquistare il libro, clicca qui.

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mercoledì, ottobre 10, 2007

 

Come il cervello decodifica il mondo


Michael Gazzaniga, L’interprete

Di Renzo Editore

Per indagare un’entità complessa quale è la mente, non si può progredire per compartimenti stagni, ma si deve operare seguendo un punto di vista prospettico quanto più ampio possibile. L’obiettivo finale è una maggiore comprensione dei meccanismi attraverso i quali la mente lavora, così come il modo in cui il cervello modera e media i processi dell’attività mentale, facendo rientrare fra tali processi la coscienza nella sua interezza, la moralità e l’etica.
È questo lo scopo dell’attività scientifica di Michael S. Gazzaniga, il cui motto è contenuto nelle poche righe che descrivono il Sage Center da lui diretto: “Quando si comprende la mente, si comprende la condizione umana”. La mente non è dunque un buco nero, ma una scatola nera, che può e deve essere interpretata e compresa.

Michael S. Gazzaniga è docente di psicologia all’Università di Santa Barbara, dove dirige il Sage Center per gli studi sulla mente. Grande divulgatore sugli argomenti relativi alla mente e al cervello, è stato il primo a creare e sviluppare centri di neuroscienze cognitive. È autore di numerosi libri, tra i quali The Social Brain, Mind Matters e The Brain and the Mind.

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sabato, luglio 14, 2007

 

A teatro con Claudio Forti

12 luglio 2007
L'uomo dei sogni - Jacob Levi Moreno

Giovedi 12 luglio 2007, in occasione dell'inaugurazione della stagione estiva di spettacoli, organizzata dal Comune di Marsala, verrà presentato il libro L'uomo dei sogni di Claudio Forti, edito dalla Di Renzo Editore. Il libro, alla cui presentazione parteciperà il Sindaco della Città di Marsala Avv. Renzo Carini, è il testo teatrale "L'uomo dei sogni" che, presentato in alcuni dei più importanti teatri italiani nelle ultime due stagioni, ha raccolto unanimi, positivi, consensi. Il testo, ricordiamo, è uno psicodramma basato sulle teorie del grande psicologo rumeno Jacob Levi Moreno. Alla serata, presentata dal giornalista Nino Guercio, parteciperanno, oltre alle massime autorità della Città, il regista e protagonista dello spettacolo teatrale Giancarlo Zanetti e l'autore Claudio Forti.
Ore 21, atrio del Comune di Marsala

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sabato, aprile 14, 2007

 

Lo psicodramma alla fiera del libro di Torino

Il 10 maggio 2007, in occasione della Fiera del libro di Torino, il prof. Maurizio Gasseau presenterà i seguenti libri


L'incontro si terrà presso lo "Spazio autori B" dalle 18.00 alle 19.00

I libri sono pubblicati da Di Renzo Editore

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Jacob Levi Moreno è l'uomo dei sogni


Claudio Forti
L'uomo dei sogni

Pagine: 72 - Prezzo: € 9.00
ISBN: 8883231775 - Anno di pubblicazione: 2007

DI RENZO EDITORE

Vincitore di prestigiosi premi letterari e rappresentato con enorme successo in molti importanti teatri italiani, L’uomo dei sogni narra l’incontro tra un noto psichiatra, studioso di una rivoluzionaria teoria sull’origine dei sogni e un misterioso individuo che gli assicura straordinarie rivelazioni a sostegno delle sue idee. Ma dal passato emergono strane coincidenze e il filo della memoria si lega a una irrefrenabile ansia di vendetta. E così, l’intrigante evolversi della vicenda, in un’atmosfera da Vienna anni ’40, procede con le caratteristiche dello psicodramma, quasi un giallo mentale, ma anche un caso clinico e umano dai risvolti inattesi. Un omaggio dell’autore a Jacob Levi Moreno, inventore dello psicodramma, grande personalità del ’900 e uno dei padri della psicologia moderna.

Claudio Forti nasce come medico ma si dedica ormai a tempo pieno al teatro. Ha scritto undici lavori teatrali, rappresentati da compagnie nazionali in importanti teatri italiani tra i quali il S. Babila di Milano, il Valle e il Vittoria di Roma, il Comunale di Treviso, il Pezzani di Parma. Tra le sue opere: Edmund Kean, Truthful, Mary Frankenstein e il libretto per l’opera Salvo D’Acquisto.

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martedì, febbraio 06, 2007

 

Un abbraccio lega, un abbraccio scioglie

La Biofficina Associazione Culturale ha organizzato una serie di incontri su Un abbraccio lega - un abbraccio scioglie.
Gli incontri si terrano a Roma e a Barberino Val d'Elsa (Firenze).
Tra i libri consigliati La sindrome degli antenati - Anne Anceline Schützenberger - Di Renzo Editore.

Gli incontri si terranno a:

Roma:


Barberino Val d'Elsa:


Per ulteriori informazioni potete scrivere a info@biofficina.it

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domenica, gennaio 28, 2007

 

La psicomusica


Jacob Levi Moreno
Psicomusica
Una terapia per musicisti in cerca di spontaneità

Pagine: 80 - Prezzo: € 10.00
ISBN: 8883231368 - Anno di pubblicazione: 2005

DI RENZO EDITORE


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Un saggio fondamentale nella storia dello psicodramma e dell’improvvisazione musicale in cui Jacob Levi Moreno delinea una sua privatissima concessione della musica come strumento di espressione libera e liberatoria. La psicomusica sta alla musica come lo psicodramma al teatro.
La ricerca di Moreno si esemplifica nel racconto di un caso clinico d’eccezione: la terapia psicomusicale del primo violino dell’orchestra sinfonica di New York, ammalato di un tremito psicosomatico al braccio che gli impediva di stringere l’archetto. Moreno non analizza l’inconscio del paziente ma crea una serie di situazioni atipiche e immaginarie in cui il violinista si esprime fino a ritrovare la capacità e il piacere di suonare in orchestra. Un caso clinico che può essere visto come un’estensione musicale dell’immaginazione attiva di Jung.

Jacob Levi Moreno (Bucarest 1899 – New York 1974) è entrato nella storia della psicologia e del teatro come creatore dello psicodramma e pioniere della psicoterapia di gruppo. A lui si deve l’idea rivoluzionaria di considerare l’individuo nel suo sistema, di relazioni sociali e affettiva.
Rivelando l’importanza del gioco di ruolo, del corpo e dell’immagine, Moreno ha proposto agli inizi del secolo una regia terapeutica basata sul fare oltre che sul dire. Le sue innovazioni hanno influenzato la Gestalt, la terapia della famiglia, la tecnica delle Costellazioni Familiari, e sono alla base dello psicodramma analitico.

Dello stesso autore:
Gli spazi dello psicodramma (1995)
Il profeta dello psicodramma (2002)
Un matrimonio da fare (2005)
Il teatro della spontaneità (2007)
Who shall survive? (2007)

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Who Shall Survive?


Jacob Levi Moreno
Who shall survive?
Principi di sociometria, psicoterapia di gruppo e sociodramma

Pagine: 416 - Prezzo: € 24.00
ISBN: 8883231589 - Anno di pubblicazione: 2007

DI RENZO EDITORE

Per Moreno la sociometria, insieme allo psicodramma e alla psicoterapia di gruppo, rappresenta uno dei tre vertici di un lavoro triadico di trasformazione nei gruppi. Sconosciuta alla maggior parte degli psicoterapeuti, la sociometria proposta da Moreno in questo testo diventa uno studio matematico delle caratteristiche psicologiche delle genti, una tecnica sperimentale basata su metodi quantitativi, una scienza delle relazioni interpersonali dove le idee di Moreno precorrono gli studi psicoanalitici sull’intersoggettività.
Il ruolo nello psicodramma avrà per lui la funzione di penetrare nell'inconscio sociale e di dare ad esso forma e ordine; ma è anche quella di strutturare l'evolversi della personalità individuale in sistemi di ruoli che trovano i loro riferimenti evolutivi in varie matrici di ruolo che i controruoli e le relazioni hanno concorso a consolidare.

Jacob Levi Moreno (1889-1974) è entrato nella storia della psicologia e del teatro come creatore dello psicodramma e pioniere della psicoterapia di gruppo. A lui si deve l’idea rivoluzionaria di considerare l’individuo nel suo sistema di relazioni sociali e affettive.
Rivelando l’importanza del gioco di ruolo, del corpo e dell’immagine, Moreno ha proposto agli inizi del secolo una regia terapeutica basata sul fare oltre che sul dire. Le sue innovazioni hanno influenzato la Gestalt Therapy, la terapia della famiglia e la tecnica delle costellazioni familiari, e sono alla base dello psicodramma analitico.

Dello stesso autore:
Gli spazi dello psicodramma (1995)
Il profeta dello psicodramma (2002)
Un matrimonio da fare (2005)
Psicomusica (2006)
Il teatro della spontaneità (2007)

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Il teatro della Spontaneità



Jacob Levi Moreno
Il teatro della spontaneità
Pagine: 148 - Prezzo: € 14.00 - ISBN: 8883231724 - Anno di pubblicazione: 2007


DI RENZO EDITORE


La creatività può essere considerata come un riflesso del divino sull’umano. Jacob Levi Moreno parte dal dato empirico e parziale per individuare nella creatività l’elemento vitale di tutta la storia dell’universo. Nello psicodramma si realizza la creatività, non già fine a se stessa, ma caratterizzata da una “ricaduta” curativa, pedagogica e sociale sugli attori spontanei, specialmente se bambini o adolescenti. Lo psicodramma non è fictio scenica, come il teatro tradizionale, con riti predisposti e attori professionisti, ma è il teatro di tutti, che riesce a condurre chi lo pratica verso la liberazione, realizzando appieno quello che Aristotele ha definito “catarsi”.
Jacob Levi Moreno (Bucarest 1889 - New York 1974) è entrato nella storia della psicologia e del teatro come creatore dello psicodramma e pioniere della psicoterapia di gruppo. A lui si deve l’idea rivoluzionaria di considerare l’individuo nel suo sistema di relazioni sociali e affettive.Rivelando l’importanza del gioco di ruolo, del corpo e dell’immagine, Moreno ha proposto agli inizi del secolo una regia terapeutica basata sul fare oltre che sul dire. Le sue innovazioni hanno influenzato la Gestalt Therapy, la terapia della famiglia e la tecnica delle costellazioni familiari, e sono alla base dello psicodramma analitico.
Dello stesso autore:Gli spazi dello psicodramma (1995)

Il profeta dello psicodramma (2002)

Un matrimonio da fare (2005)

Psicomusica (2006)

Who shall survive? (2007)
Re


www.jacobmoreno.it

sabato, gennaio 20, 2007

 

Lergami nascosti nell'albero genealogico

La sindrome degli antenati Psicoterapia transgenerazionale e i legami nascosti nell'albero genealogico.
Autore: Anne Ancelin SchützenbergerEditore: Di Renzo Editore
Anne Ancelin Schützenberger, terapista ed analista con oltre 30 anni di esperienza, spiega e fornisce esempi clinici del suo particolarissimo approccio psicogenealogico alla psicoterapia. Siamo solo anelli in una catena di generazioni e può capitarci di non avere altra scelta se non quella di subire eventi e traumi dei nostri antenati. Il testo comprende affascinanti casi e numerosi "genosociogrammi", ovvero alberi genealogici che illustrano come, attraverso la storia della propria famiglia, è possibile comprendere le proprie paure, e le difficoltà psicologiche e fisiche, semplicemente scoprendo interessanti paralleli con i nostri avi. (In Francia già alla sedicesima ristampa!)

Anne Ancelin Schützenberger, psicoterapista di fama internazionale è professore emerito di Psicologia all'Università di Nizza e co-fondatrice del "International Association of Group Psicotherapy".

Fonte: Italiadonna

venerdì, dicembre 22, 2006

 

Una malattia chiamata "genitori"


Anne A. Schützenberger e Ghislain Devroede

In maniera del tutto inconsapevole, i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri avi, ci lasciano in eredità problemi non risolti, traumi non “digeriti”, segreti indicibili.Quando le cose non vengono dette, il corpo – lui sì – deve per forza esprimerle: questa è la somatizzazione. Il corpo del bambino – figlio, nipote o pronipote che dir si voglia – qualunque sia la sua età, si trasforma nella voce dell’antenato ferito, nella “parola” del suo trauma.Diventa allora necessario “tirare fuori lo scheletro dall’armadio”, decodificare le ferite non rimarginate e occuparsene, per liberarsi – alfine – dal “freddo” che ci hanno portato dentro.

Anne Ancelin Schützenberger è professore emerito di psicologia all'Università di Nizza e co-fondatrice dell'Associazione Internazionale di Psicoterapia di Gruppo. La sua esperienza è nota a livello internazionale, soprattutto per la psicoterapia di gruppo e lo psicodramma. È autrice di numerosi libri sull'argomento. Con Di Renzo Editore ha già pubblicato La sindrome degli antenati (2004).

Ghislain Devroede, specialista in disfunzioni dell’apparato digestivo, professore di chirurgia all’Università di Sherbrooke, in Québec, è autore di testi sul rapporto tra malattia e problemi psicologici.

martedì, dicembre 05, 2006

 

Gli stati modificati della coscienza



(Marco Margnelli, Gli stati modificati della coscienza, a cura di Emidio Alessandrini. Di Renzo Editore, Roma, 2006)

Tutti noi che abbiamo conosciuto Marco Margnelli ricordiamo anche la sua capacità di didatta e soprattutto la passione che lo ha spinto alla ricerca ed allo studio dei fenomeni della mente che ancora oggi, per una gran parte, man­tengono la loro natura se non di mistero, almeno di profonda incertezza e di imperfetta conoscen­za. Per questo ci affascinano, come e anche di più di altre aree che interessano la vita umana, perché essi, che sembrano ristretti nella sia pur limitata zona dell'organo che è il cervello, non hanno confini né di spazio né di potenzialità e sono tanto commisti e confusi con gli elementi dell'ani­ma e della spiritualità da far ritenere del tutto irri­solvibili certi quesiti per i quali, da sempre l'uo­mo, in un modo o nell'altro, ha mostrato interesse e curiosità. Margnelli, questi problemi se li è sem­pre posti ed ha impiegato buona parte delle sue forze intellettuali per cercare, se non la soluzione difficile, almeno la conferma, filtrata dalla sua mente di ricercatore, della loro consistenza. Questo libro è, in un certo senso, una condensata antologia dei principali e più originali argomenti trattati in modo particolare da Margnelli nella sua lunga ed impegnativa opera di ricerca scientifica. Gli argomenti esposti, per le teorie in essi consi­derate e i risultati raggiunti, sono quelli che ci hanno maggiormente fatto conoscere lo studioso e sono coordinati e condotti in una realtà postu­ma sotto forma di un dialogo (appunto improbabi­le) da Emidio Alessandrini, amico e collaborato­re di Margnelli, teologo ed esperto di tematiche che riguardano la psicopatologia e l'uso dell'esor­cismo.

I fenomeni più intriganti per la loro discussa natu­ra, alcuni dei quali ai limiti tra la psicologia, la psichiatria e la pura spiritualità, come le stigmate, le estasi, le esperienze mistiche e quelle di pre­morte, sono riportati nelle stesure originali con le parole dell'autore. Le analisi, le valutazioni e i cri­teri scientifici descritti vengono accolti nel conte­sto della "neurofisiologia dell'insolito", anche se talvolta la coscienza di qualche lettore può forse generare spontaneamente una specie di contromi­sura che tende a confutare certi particolari dell'e­vento. Ma tutto ciò, comunque, non disturba. Non si tratta quindi di una intervista formale ma piuttosto di un dialogo compiacente anche se, appunto, improbabile, che rende quasi intima­mente discorsiva e comprensivamente logica l'e­sposizione di argomenti affascinanti, anche al di là del supporto scientifico che tuttavia presentano. Credo che le intenzioni del curatore, che riescono efficacemente ad ampliare la conoscenza delle ricerche di Margnelli, condotte seriamente all'in­terno di un argomento difficile, sottolineino ulte­riormente e nello stesso tempo l'importanza dei risultati riportati. Di ipnosi, a parte i riferimenti storici, se ne accenna quanto basta per ricordare certi impieghi come elemento di ricerca e di spe­rimentazione, con valutazioni oggi abbastanza desuete secondo i concetti moderni della natura della trance.


venerdì, ottobre 27, 2006

 

Quando gli antenati opprimono

Viene chiamata la sindrome degli antenati. Anne Ancelin Schützenberger, una psichiata francese, esce in Italia con un libro (La sindrome degli antenati) che è decisamente degno di nota. In questa terapeuta ho trovato una correttezza di metodo ed esposizione che, invece, manca al ben più noto Hellinger, il terapeuta tedesco che in Italia è conosciuto per le costellazioni familiari. Questa sua tecnica, all'osservatore attento lascia dei dubbi che rimangono insoluti. L'esposizione della Schützenberger è invece ben diversa e non lascia disagi.

Vi rimando ora a due punti.
Uno è la recensione che ho scritto sul testo La sindrome degli Antenati.
L'altro è la segnalazione di un evento a Roma, dove il libro verrà presentato: La sindrome degli Antenati, Di Renzo Editore.

ghataka


mercoledì, ottobre 25, 2006

 

La sindrome degli antenati

Maurizio Gasseau - Facoltà di Psicologia – Università di Torino

Anne Ancelin SchützenbergerLa sindrome degli antenatiDi Renzo Editore

Più volte gli studenti universitari e quelli delle scuole di specializzazione in psicoterapia, affascinati dalle ricerche sulla trasmissione transgenerazionale dell’Autrice, mi hanno chiesto dove poter reperire, in lingua italiana, questi lavori, indispensabili, oggi, per comprendere cosa ci sia dietro ai sintomi delle malattie psicosomatiche e ad alcuni disturbi oncologici, per poterne cogliere quei legami “transgenerazionali” inconsci che vincolano i soggetti ai loro antenati.
Il titolo della prima edizione francese Aïe, mes aïeux!, apparso nel 1993 e tradotto in inglese, tedesco, russo e spagnolo, mostra tutto il peso di questi legami, ai quali l’Autrice, profonda studiosa del corpo e attenta conduttrice di gruppi, si riferisce citando Sant’Agostino: “i morti non sono degli assenti, sono degli invisibili”. In tal modo Ella vuole aprirci a un mondo di voci interiori e di presenze transgenerazionali che popolano il teatro oscuro della nostra mente.
Anne Ancelin Schützenberger ha iniziato i suoi studi in Psicologia all’Università di Parigi nel primo dopoguerra ed è stata iniziata alla formazione psicoanalitica dall’antropologo Robert Gassain, direttore del “Museo dell’Uomo” di Parigi e da Françoise Dolto.
Nel 1950, inoltre, Anne ha ricevuto il Prix de l’Aide Allièe à la Resistance come risultato del suo impegno durante gli anni dell’occupazione nazista.
Nel 1951 ha intrapreso l’avventura americana che l’ha portata ad osservare e studiare i processi di interazione e le dinamiche di gruppo con gli allievi di Kurt Lewin al Research Center for Group Dynamics e, nello stesso anno, ha conosciuto Jacob Levi Moreno. Profondamente colpita dalla personalità di questi e dai suoi lavori, ha sempre affermato di sentirsi una delle figlie adottive del fondatore della sociometria, divenendo in seguito uno dei primi Direttori di psicodramma del Moreno Institute di Beacon-New York. Da quel momento Anne Schützenberger è rimasta sempre professionalmente vicino all’ideatore della psicoterapia di gruppo, sostenendolo, con la sua presenza, anche negli ultimi mesi di vita.
Moreno ha riconosciuto in lei la spiccata intelligenza, le fervide intuizioni e le notevoli capacità di osservazione, fino a volerla come rappresentante della cultura psicodrammatica nel mondo accademico.

Anne Schützenberger ha raccolto, in un ventennio di lavoro, le osservazioni sulla comunicazione non verbale nei gruppi, documentandole in una tesi conclusiva di dottorato. Nel 1976 ha ricevuto la nomina di Professore Emerito e la cattedra di Psicologia Sociale e Clinica all’Università di Nizza dove già insegnava dal 1967 ed è stata per quasi vent’anni Direttore del Laboratorio di Ricerca di Psicologia Clinica Sociale.
Impegnata nella ricerca e nella didattica universitaria a Parigi e a Nizza, ha sviluppato il suo insegnamento in Europa, in Asia, nelle Americhe, in Nord Africa ed in Australia, grazie anche alla rete di relazioni internazionali che l’ha portata ad essere uno dei pilastri dell’International Association of Group Psycotherapy (IAGP) creata da Moreno nel 1951.
Nel 2001 è stata la prima psicodrammatista ad essere riconosciuta come Membro Onorario della Federation European of Psycodrama Training Organization (FEPTO) alla cui costituzione aveva attivamente partecipato.
È stata allieva del fondatore della gruppoanalisi S.H.Foulkes da cui aveva appreso l’importanza delle matrici per lo sviluppo di un modello multipersonale della mente, e della psicoanalista Francoise Dolto, durante le cui supervisioni, alla fine degli anni ’50, emerse l’importanza di conoscere della vita degli antenati, nonché l’intuizione del rilievo delle trasmissioni inconsce e involontarie nei legami transgenerazionali.
Il presente volume che, nella sola Francia, ha venduto più di duecentomila copie, presenta una ricca serie di studi e ricerche sui fenomeni transgenerazionali; l’opera dell’Autrice si compone, progressivamente, in un mosaico di contributi dei suoi Maestri e dei precursori degli studi dell’inconscio e del genosociogramma e si arricchisce degli esempi clinici raccolti nel corso della sua pratica professionale e dell’analisi di eventi storici e di bibliografie di personaggi illustri. Un libro denso di significativi apporti e di stimoli teorici quali quelli di Nicolas Abraham e Maria Török sui segreti familiari e “la cripta” ed “il fantasma” e di Josephine Hilgard sulla sindrome dell’anniversario, che offre ad Anne Schützenberger la conferma statistica di quanto l’Autrice aveva osservato nel corso della sua pratica clinica: la ripetizione di generazione in generazione di eventi traumatici.
Le trasmissioni transgenerazionali, secondo la Schützenberger, sono in genere legate a dei segreti, a delle cose taciute, nascoste, talvolta proibite anche al pensiero che attraversano le generazioni, senza essere né pensate né elaborate. L’Autrice ha allargato la prospettiva della Hilgard prendendo in considerazione un numero maggiore di generazioni ed osservando il fenomeno non solo nelle vicende delle famiglie, ma anche nella storia dei popoli: nel testo Ella propone una chiave di lettura transgenerazionale, nei secoli, sulle vicende del Kossovo.
Lo strumento del genosociogramma è presentato come elemento fondamentale per ricostruire i passaggi significativi nella storia delle famiglie e per invitare ad una presa di coscienza di eventuali ripetizioni dei traumi del soggetto sofferente, ripercorrendo date ed eventi che permettono la ricerca di legami nascosti o inconsci.
La psicoanalista Schützenberger lavora sulla comunicazione non verbale, su dimenticanze, rotture, fratture dell’anima, sincronicità e coincidenze di nascita e morte, matrimonio, separazione, incidenti, comparsa di malattie, fallimenti, dati importanti nell’universo personale e familiare del soggetto che illuminano sulla realtà psicologica.
Nel 2001 Alessandra Verri che ha discusso, alla Facoltà di Psicologia di Torino, una tesi dal titolo “Ricerca e Studi di Anne Ancelin Schützenberger: il suo approccio al transgenerazionale” mi ha consentito di trarre molte nuove informazioni.
La lettura delle opere dell’Autrice e la partecipazione ai suoi seminari hanno profondamente mutato la mia condotta di psicoterapeuta e di psicoanalista e ringrazio con affetto Anne per la costanza e la passione per la ricerca che ha permesso a tutti noi di beneficiare dei suoi stimoli e del suo lavoro.
A Vienna, recentemente, durante il 3° Congresso Mondiale di Psicoterapia organizzato dal World Council of Psychoterapy ho visto, ancora una volta, la professoressa Schützenberger esporre, con lo stesso vigore ed estrema chiarezza, ad una platea di psicoterapeuti, i suoi studi sul transgenerazionale.
La domanda che pongo ai ricercatori italiani, rileggendo questo testo, è se il genosociogramma possa essere un utile strumento di prevenzione, o persino di terapia, del disturbo oncologico, sempre più diffuso ai nostri giorni.
Invito pertanto i lettori italiani a lasciarsi fluttuare in ricordi ed associazioni, durante la lettura, per poter meglio assimilare i contenuti di questo testo.

La sindrome degli antenati


venerdì, ottobre 20, 2006

 

L’immagine filogenetica: un’ipotesi micropsicoanalitica sulla trasmissione transgenerazionale


Nella storia della psicoanalisi l’ipotesi di una trasmissione di moduli psichici da una generazione all’altra si è posta più volte.
Già Freud in “ Totem e tabù” parla di trasmissione transgenerazionale rispetto ad importanti traumi psichici replicati più volte nella storia dell’umanità. Freud oscillerà sempre tra l’ipotesi di trasmissione fra generazioni basata su processi inconsci di identificazione e quella di trasmissione ereditaria: “ I divieti si sono quindi conservati di generazione in generazione forse soltanto a causa della tradizione, rappresentata dall’autorità dei genitori, o della società, o forse, invece, si sono organizzati nelle generazioni successive come patrimonio psichico ereditario”.(1)
Più recentemente psicoanalisti di varie scuole si sono trovati di fronte a situazioni cliniche spiegabili solo ricorrendo al concetto di trasmissione transgenerazionale.
Fainberg (1993) per spiegare come in ogni analisi compaiano, ad un certo punto, condotte transferali e ripetizioni che acquistano un senso solo se vengono collegate a traumi vissuti da generazioni precedenti, ha coniato il termine di identificazione alienante: questa identificazione, che si manifesta in modi privilegiato ne transfert, non è del tutto solidale con la storia del soggetto ma ad una storia che, almeno parzialmente, appartiene ad un altro, un predecessore.
A. Schützenberger, in “ La sindrome degli antenati” (1993, Di Renzo Editore 2004), riporta numerosi esempi riguardanti la ripetizione, in più generazioni, di moduli comportamentali: si tratta soprattutto di atti mancati che conducono ad incidenti autolesionisti che si ripropongono con inquietante somiglianza di padre in figlio.
La micropsicoanalisi, con il concetto di Immagine, articola il fenomeno della trasmissione transgenerazionale alla rimozione e alla coazione a ripetere.
L’Immagine, in micropsicoanalisi, è un insieme geneticamente organizzato di rappresentazioni ed affetti derivati da tutte le esperienze pulsionale, qualitative (rappresentazioni) e quantitative (affetti). L’immagine struttura l’inconscio.
L’aspetto energetico è ereditario. L’immagine filogenetica é quindi una sorta di modulo d’azione che trova nei nuclei di fissazione e nella rimozione ontogenetica i codici espressivi.
L’immagine filogenetica è in stretta sinergia con la coazione a ripetere trasportando attraverso le generazioni le tracce dei traumi, o per meglio dire il modulo d’azione del trauma. Di generazione in generazione questo modulo si ripeterà ed agirà la persona trovando i suoi codici espressivi nelle vicende ontogenetiche.
In questo senso i contenuti espressivi dell’azione varieranno secondo il periodo storico: ad esempio la tendenza a cortocircuitare il conflitto tramite l’acting-out autolesionistico si esprimerà, nelle diverse generazioni, in modi diversi quali l’ardito della prima guerra mondiale, il corridore di corse clandestine oppure il tossicodipendente, eccetera.
Le vicende ontogenetiche sono influenzate dall’immagine filogenetica ma nel contempo partecipano alla sua strutturazione nell’attuale. Riprendendo l’esempio precedente: il modulo energetico primario esiste e spinge per replicarsi ma buoni processi sublimativi possono portare l’individuo a scelte avventurose ma non avventate, a volte socialmente utili e considerate dalla società meritorie. Ad esempio forti identificazioni con valenza sublimatoria possono deviare la spinta ripetitiva verso scelte di vita che comportano sacrifici personali e rischi importanti, ancorando in queste situazioni esistenziali la spinta all’autodistruzione il rischio del suicidio mascherato può diventare minore.
Come si manifesta l’immagine filogenetica?
Il sogno ne è il luogo privilegiato di ripresentazione. Peluffo (1991) afferma: “L’esigenze dell’Immagine vengono rappresentate specialmente nel sogno che diventa il ponte tra la filogenesi e l’ontogenesi. L’immagine filogenetica si mantiene viva e si manifesta nel sogno (come esigenza dell’Es) preparando nell’inconscio quelle attività che produrranno il comportamento di veglia” (pag. 31). (2)
Nell’iter micropsicoanalitico i luoghi privilegiati di incontro con l’immagine filogenetica sono quindi l’analisi dei sogni o meglio delle serie oniriche fino a comprendere tutta la produzione onirica dell’analizzato, il transfert e soprattutto la dinamica transfert e controtransfert.
Uno specifico supporto ideato da Fanti che permette l’avvicinamento all’immagine filogenetica e la sua elaborazione è lo studio dell’albero genealogico.
Qual è l’utilità di questo supporto?
Come si è spiegato in precedenza nella ripetizione transgenerazionale si è perduto il contenuto rappresentativo del trauma, le sue connessioni storiche, ciò che rimane è una sorta d’algoritmo inconscio che guida la ripetizione. Lo studio dell’albero genealogico, accompagnato alla presa di coscienza delle vicende ripetitive che scorrono di generazione in generazione, permette di dare a quest’algoritmo una rappresentazione conscia; ciò permette di vincolare al preconscio – conscio la spinta ripetitiva, legare l’energia libera ad una serie associativa di rappresentazioni di parola. In altri termini si mette in atto un tentativo di svincolamento dell’energia che alimenta la coazione a ripetere ad una serie associativa di rappresentazioni ed affetti governata dalle leggi del processo secondario.
Se il tentativo riesce si riconnette il trauma ad uno spazio tempo: rendendolo conoscibile e rappresentabile lo si ancora al secondario permettendo la neutralizzazione delle esigenze di ripetizione.

Note:
1 Freud, Totem e Tabù ( 1912/13) in Freud opere Boringhieri 1980 Torino
2 N. Peluffo, Il comportamento incomprensibile dell’adolescente come manifestazione dell’immagine filogenetica” in Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, 1991, Tirrenia Stampatori


 

Aldo Carotenuto

Nato a Napoli, Aldo Carotenuto ha insegnato Psicologia della Personalità alla Facoltà di Psicologia dell'Università La Sapienza di Roma, dove si è spento nel 2005. Dopo aver studiato a Roma e a Torino, ha vissuto a lungo negli Stati Uniti, dove ha frequentato la scuola di Psicologia Sperimentale presso la New School for Social Research di New York. Membro della American Psychological Association e presidente del Centro Studi Psicologia e Letteratura, ha diretto il Giornale Storico di Psicologia Dinamica ed è stato fra gli autori della Rivista di Psicologia Analitica. La sua ricerca si è concentrata attorno alle tematiche della clinica psicoanalitica e dei rapporti tra psicoanalisi e letteratura. Particolare attenzione ha dedicato, per ciò che concerne la prassi psicoanalitica, al problema dell'amore di transfert. Come evidenziano molti testi compresi fra il 1980 e il 1988, Carotenuto ha affrontato la difficile questione dei rapporti tra analista e paziente, sottolineando l'inautenticità del concetto di "neutralità". La ricerca che investe i rapporti tra psicoanalisi e letteratura è testimoniata da una ricchissima produzione, un lungo itinerario di ritratti e di voci di artisti osservati alla luce della loro segreta vita interiore.

Bibliografia sintetica

Eros e pathos. Margini dell'amore e della sofferenza, Bompiani, 1987
La nostalgia della memoria. Il paziente e l'analista, Bompiani, 1988
La chiamata del Daimon. Gli orizzonti della verità e dell’amore in Kafka, Bompiani, 1989.
Le rose nella mangiatoia. Metamorfosi e individuazione nell’Asino d’oro di Apuleio, Raffaello Cortina, 1990
Amare Tradire. Quasi un'apologia del tradimento, Bompiani, 1991.
Trattato di psicologia della personalità e delle differenze individuali, Raffaello Cortina, 1991.
Integrazione della personalità, Bompiani, 1992.
Trattato di psicologia analitica, UTET, 1992.
Dizionario degli psicologi contemporanei, Bompiani, 1992.
I sotterranei dell'anima, Bompiani, 1993.
Riti e miti della seduzione, Bompiani, 1994.
Jung e la cultura del XX secolo, Bompiani, 1995.
La strategia di Peter Pan, Bompiani, 1995.
Le lacrime del male, Bompiani, 1996.
La mia vita per l’inconscio, Di Renzo Editore, 1996.
Il fascino discreto dell'orrore, Bompiani, 1997.
L'eclissi dello sguardo, Bompiani, 1997.
Lettera aperta a un apprendista stregone, Bompiani, 1998.
Vivere la distanza, Bompiani, 1998.
Attraversare la vita, Bompiani, 1999.
Breve storia della psicoanalisi, Bompiani, 1999
Diario di una segreta simmetria. Sabina Spielrein tra Jung e Freud
Carotenuto Aldo, Bompiani, 1999
La nostalgia della memoria, Bompiani, 1999
Il fondamento della personalità, Bompiani, 2000
Pensare l'invisibile (con Boncinelli Edoardo), Bompiani, 2001
L'ultima medusa, Bompiani, 2001
L'anima delle donne, Bompiani, 2001
Jung e la cultura del XX secolo Carotenuto Aldo, Bompiani, 2001
Il fascino discreto dell'orrore. Psicologia dell'arte e della letteratura fantastica, Bompiani, 2002
Freud il perturbante, Bompiani, 2002
Il gioco della passioni. Dinamiche dei rapporti amorosi, Bompiani, 2002
Nel mondo dei sogni, Di Renzo Editore, 2003
L’ombra del dubbio: Amleto nostro contemporaneo, Bompiani, 2003
Il tempo delle emozioni, Bompiani, 2003
L’anima delle donne. Per una lettura psicologica al femminile, Bompiani, 2004
Oltre la terapia psicologica, Bompiani, 2004
La forza del male, Bompiani, 2004

Link Utili
Notizie sull'autore (in italiano e inglese)
Un'intervista di Marco Spagnoli (in italiano)
Pagina dedicata a Carotenuto sull'Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche (in italiano)

Eventi
1997
LETTERATURA E PSICANALISI: IL FASCINO DISCRETO DELL’ORRORE
2004
LE EMOZIONI CHIAVI DELLA VITA



lunedì, ottobre 09, 2006

 

Passione d'amore: omaggio ad Aldo Carotenuto


In collaborazione con la sezione SIMP di Rovereto, il 20 ottobre 2006 il prof. Giorgio Antonelli terrà una conferenza in omaggio ad Aldo Carotenuto.

Presso Di Renzo Editore Giorgio Antonelli ha pubblicato: Psicologia della profezia, Il mare di Ferenczi e Sapere il deserto.



lunedì, ottobre 02, 2006

 

Dalla parte dei bambini

Lo psichiatra Melvin Goldzband insegna ai genitori divorziati come evitare traumi ai propri figli.

Il divorzio dei propri genitori è già di per sé un dramma per i bambini, soprattutto se preceduto dal clima di tensione che accompagna la fine di un matrimonio, ma troppo spesso la coppia antepone le proprie ragioni alle necessità dei figli, causando loro traumi irreparabili. Non inevitabili, però, come ci insegna Melvin Goldzband, psichiatra infantile, nel suo Tempo di qualità (Di Renzo Editore), il cui sottotitolo recita appunto: Come aiutare i bambini a superare il trauma del divorzio dei genitori.

È possibile, ci dice Golzband, mantenere un rapporto felice con i propri figli, anche quando, dopo il divorzio, non si vive più con loro: non è fondamentale che entrambi i genitori passino con essi il medesimo periodo di tempo, se di comune accordo riescono a soddisfare i desideri dei bambini, garantendogli la serenità necessaria. Ecco dunque, perché Goldzband parla di qualità e non tanto di quantità del tempo dedicato ai propri figli, un concetto da raccomandare anche ai genitori non divorziati, ma presi dai mille impegni del frenetico vivere di oggi.


venerdì, settembre 29, 2006

 

Dinamiche familiari


(Anne Ancelin Schützenberger, La sindrome degli antenati, Di Renzo Editore)

Nel volume l’autrice, terapista e analista con oltre quarant’anni di esperienza, spiega e fornisce esempi clinici del suo originale approccio psicogenealogico alla psicoterapia: siamo semplici anelli in una catena di generazioni e spesso non abbiamo scelta, diventando vittima di eventi e traumi già vissuti dai nostri antenati. Il libro contiene interessanti casi-studio ed esempi di “genosociogramma”, che illustrano paure all’apparenza irrazionali, difficoltà psicologiche o persino fisiche scoprendo e cercando parallelismi tra la propria vita e quella dei propri avi.


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